sabato 6 aprile 2013

mercoledì 3 aprile 2013

Conclusione

Quando leggevo, prima di partire, la guida, i diari di viaggio e gli innumerevoli siti del turismo della zona, leggevo di una Bretagna selvaggia, dove la natura ti fa dimenticare la città. Bene, oggi per concludere questo viaggio abbiamo deciso di farlo nel migliore dei modi, c'è un posto dimenticato dall'uomo si chiama Pointe du Raz.
Prima di andare a cercare su google le immagini di questo fantastico posto, o vedere le foto che alla fine di questo post inseriremo noi, aspettate un attimo.
Vi ci voglio portare io.
Con l'immaginazione.


L'immagine era questa.
Sopra di noi, nel cielo c'era il sole, ma era coperto da delle nuvole che non so come definire esattamente. Non erano le nuvole grigie da temporale, ma lasciavano passare la luce del sole creando un grigio tendente al bianco.
Nel cielo le più variopinte specie di uccelli creavano archi con i loro brevi voli per andare a ripararsi nei nidi distribuiti per tutta la scogliera.
Il vento, come per tutto il viaggio, non si è fatto pregare, e puntualmente era li ad accompagnarci fino alla fine.
La temperatura si era alzata ma l'onnipresente compagno di viaggio vento annullava quel "calore" che non posso che mettere fra virgolette per chi ci legge dal soleggiato sud Italia!

Sotto di noi. Pensate a quelle scogliere alte 70 m dove solo a guardare giù ti vengono i brividi.
La pietre li incastrate da chissà quanti anni che combaciano perfettamente, e alcune che sembrano dover franare da un secondo all'altro.
Grigio e nero che si confondono l'uno con l'altro e un sentiero che per noi non è sufficiente. Si perché quei cartelli che dicono "d'ora in poi sono cazzi vostri" sono per noi un invito indeclinabile.

E poi infine c'e lui. Il mio preferito. Blu come non mai, non lascia intravedere cosa c'è al suo interno creando inevitabilmente attorno a se un alone di mistero e un po' di angoscia. Si infrange continuamente contro il pezzo di terra sotto i nostri piedi che da l'impressione di poter cedere in qualunque momento alla sua infinita maestosità.

Ci siamo solo noi quattro, c'è un silenzio assordante, le onde si infrangono ripetutamente contro gli scogli e gli uccelli svolazzano qua e la preparandosi alla notte. Alle nostre spalle con lo sguardo speranzoso rivolto verso l'orizzonte e con le braccia protese per salvare un naufrago, una statua della Notre dame des Naufrages, a ricordare che l'uomo è troppo piccolo per poter affrontare la forza dell'oceano.

A sfidare l'oceano ad Est un faro del 1600circa si erge dal mare accompagnato da un altro più giovane del XIX sec.
Lo spettacolo che si è presentato ai nostri occhi non è facilmente descrivibile e per quanto possa cercare le parole giuste credo che difficilmente mi avvicinerò mai a descrivere le sensazioni che si provano.

Concludere un viaggio in queste due splendide regioni con questa tappa probabilmente è il miglior modo per farlo. Andando via in macchina ci si guarda intorno ma è difficile parlare. La natura più selvaggia lascia qualcosa dentro, un misto di felicità e malinconia, si è felici perché si è assistito ad un magnifico spettacolo gratuito, e si è malinconici allo stesso tempo perché ci si rende conto di quanto si è impotenti al cospetto della Natura.

Torniamo a casa ancora una volta felici, perché un viaggio (come lo interpretiamo noi) non sarà mai solo divertimento, ma sempre una perfetta combinazione di nuove esperienze che aggiungeremo per sempre nel nostro personalissimo bagaglio.. in compagnia del nostro
amato tricolore da sbandierare per il mondo!
Au revoir Bretagne,
au revoir Normandie!

Carlo L.



lunedì 1 aprile 2013

Giorno 6

Come da buoni propositi e come promesso, ci siamo svegliati alle 8. Bene.

Ieri sera avevamo modificato il programma del viaggio, per motivi che comunicheremo successivamente, e oggi abbiamo davvero molta strada da fare.

In ogni caso, per le nove siamo già diretti verso Vannes. Una volta arrivati, subito rimaniamo estasiati per la bellezza del posto: palazzi in stile medievale, una bella vista sul mare ed una leggera brezzolina che accapponava la pelle, finché non ci siamo accorti, a causa dei numerosi parcheggi liberi, che qualcosa non quadrava... mancavano le persone!
Splendida casupola di Vannes
Rapiti dagli alieni, gli abitanti di Vannes erano inesistenti; l'unica forma di vita apprezzabile era data da un grazioso mercato al coperto nel centro storico, nel quale ci siamo concessi due caffè e, sentendoci in diritto, abbiamo utilizzato il tavolino per prepararci baguette da mezzo metro per il pranzo.

Megaliti di Carnac. Notare l'assoluta maestosità del monumento.



Fra palazzi e persone (italiani, gli unici vivi) ci siamo diretti verso i famosi megaliti di Carnac. Queste pietre, famose per essere della preistoria, ma soprattutto tante, non sono più alte di un puffo e ci hanno intrattenuto per molto poco tempo.








Spiaggia di Quibernon


All'una circa ci siamo ricordati che oggi è pasquetta: per non sentirci a nostra volta alienati dal mondo, abbiamo voluto celebrare l'evento sdraiandoci su una splendida spiaggia di Quibernon, affacciata sull'Atlantico, prendendo una bella oretta di sole e osservando gente che si divertiva a correre su kart a vela.





Ora ci stiamo dirigendo verso Pointe di raz, scogliera di 70 metri dalla quale speriamo di poter osservare il miglior tramonto possibile. Famosa inoltre per la sua assenza totale di wifi in ogni antro del luogo, è il motivo per il quale stiamo aggiornando ora.


Per il momento, i globetrotters salutano e ringraziano!

Au revoir!


domenica 31 marzo 2013

Giorno 5

Appena svegli, guardando l'orologio, abbiamo subito pensato di essere in orario..... maledetta ora legale!
In ritardo, dopo aver cercato invano di buttare Luigi giù dal balcone, abbiamo provato a farlo scivolare nella doccia, ma non se l'è fatta... perché, ad onor del vero, se l'era fatta ieri sera. Peccato!

Colazione ipocalorica
Tipica e consueta boulangerie per colazione a Dol de Bretagne, nella quale abbiamo mangiato del burro a forma di cornetto, e siamo partiti alla volta di Saint Malo.
Qui, dopo aver comprato i tipici biscotti al burro bretone (perché sì, noi teniamo alla linea), abbiamo girovagato per la città, la quale offre un bel giro panoramico sulle alte mura che circondano il centro storico: e, poco dopo, eccoci arrivati sulla tomba di François-René de Chateaubriand, sulla quale Carlo D. avrebbe voluto sputare per ovvi traumi scolastici. 

Rischiando di essere portati via dal vento, noi giovani marmotte abbiamo deciso di dirigerci verso Cancal, spinti da fame e povertà.
Cancal ci ha sorpreso più del previsto. Credevamo non valesse neanche la pena visitarla, e sinceramente ci siamo giunti per fame più che per altro, ma è stata davvero una sosta gradita.

Piccola cittadina sull'oceano, famosa per le sue ostriche a prezzi stracciati, ha allietato la nostra mattinata.
Pranzo tipico di Cancal. Notare le folkloristiche patatine fritte.
Non abbiamo perso occasione per sentirci dei giovani rampolli e tra ostriche, cozze, gamberi ed una spettacolare vista sull'oceano abbiamo superato incolumi l'ora di pranzo, riuscendo comunque a mantenere i nostri standard da barboni pagando circa 10€ a testa, tranne Luigi che, giustamente, ha deciso proprio oggi di offrire il caffè a tutti noi, non sapendo che costassero più della dozzina di ostriche (ottima alternativa all'agnello pasquale, a dire il vero, che dopo vent'anni era diventato troppo da tradizionalisti).
Come ogni post-pranzo domenicale Carlo D. e Donato speravano nella consueta pennichella che, ovviamente... non c'è stata.
Breve sosta panoramica a Point du Grouin e poi, sulle note di Vasco, ci siamo spostati a Dinan, cittadina medievale piena di saliscendi dal clima mistico la quale ci ha provocato molta emozione e molto, molto acido lattico. Trascorse un paio d'ore tra vicoli e stradine ci siamo fermati davanti ad un'issa che aspettava soltanto che 4 giovani italiani l'adornassero con il tricolore più bello del mondo.




Carlo D. e Donato, agili quanto Diabolik ed Eva Kant, nel brevissimo arco di 20 minuti, con le mani ormai atrofizzate e tanti Francesi che si ricordavano ancora di Italia-Francia (guardandoci male e chiedendoci apertamente se stessimo realmente sciogliendo la fune sulla cima di questo baluardo), sono riusciti a compiere l'impresa. Classica foto enfatizzata dal fatto che sia stata scattata da un francese nazionalista. W l'Italia!

Cibi nella lista nera.
Percorrendo le antiche e ripidissime stradine medievali della città ci siamo imbattuti in una folkloristica creperia bretone. Qui il tutto merita una piccola parentesi: mentre Luigi ha apertamente scelto di mangiare un gelato ai gusti tricolori, scordandosi dei due gradi all'esterno, gli altri tre hanno provato la specialità del luogo! Una crêpes burro e zucchero con un succo di sidro di mele: gustandole a pieno, inclusi i delicati retrogusti, i tre hanno avuto serie difficoltà a decretare quale delle due vivande fosse più oscena e zuccherosa. Per la cronaca, a pari merito sono le cose da annotare nella lista nera dei viaggi.

All'ultimo istante ci rendiamo conto che, per quanto l'ora legale ci avesse fregato di mattina, al momento avevamo un'ora di sole in più! E il tramonto, oggi, era veramente memorabile, di quelli che capitano una volta nella vita.
Chiediamo quale fosse il luogo più vicino/migliore per il tramonto: a 26 km, Dinard, in 15 minuti. Rispettando rigorosamente i limiti di velocità, siamo arrivati in tempo, c'era ancora luce! Peccato che antipatici palazzi bianchi coprissero il tutto. Un peccato davvero.

Ora siamo già a letto: domattina sveglia alle 6 per una giornata intensissima!

Bonne nuit

Carlo D. & Donato