sabato 30 marzo 2013

Giorno 4

Ci siamo svegliati presto.
Stop, la giornata sarebbe completa anche solo per questa cosa!
A parte gli scherzi, siamo subito partiti verso Le Mont Saint Michel: per la strada ci siamo fermati ad una boulangerie dove abbiamo fatto una colazione da diabete (croissant, pain au chocolat e baguette appena sfornate!); nell'ora e mezza di viaggio abbiamo deciso di trascorrere tutta la giornata nella nostra ultima tappa normanna poiché, davvero, merita!

Peccato per la giornata nuvolosa e con nebbia, perché solo a 10 km di distanza siamo riusciti a scorgere l'imponente abbazia sulla cima del monte.
Era uno spettacolo quasi spettrale: la nebbiolina avvolgeva prepotentemente Mont Saint Michel, dando l'impressione che fosse un isolotto fluttuante nell'aria; il deserto umido tutto attorno si estendeva a perdita d'occhio, e pensare che da li alle 19.00 quell'enorme distesa di terra bagnata avrebbe fatto la fine di Atlantide, sommersa dalle dirompenti acque che si sarebbero innalzate di 15 metri per le maree, rendeva il tutto ancora più misterioso ed interessante.
In tutto questo, noi cantavamo come dei rincoglioniti in macchina, per donare importanza al momento mistico.

Una volta scoperto che il parcheggio costava un occhio della testa, parcheggiamo e, piano piano, ci avviamo verso il monte: ammettendo le nostre limitate prestanza fisiche, dopo poco abbiamo preso la navetta (gratis), nella quale abbiamo fatto compagnia ad arzille signore osservando gli altri giovani farsi tutto il tragitto a piedi.

Passiamo ai numerosi dati tecnici: Mont Saint Michel é... bella.


A parte gli scherzi, ci siamo calati in un perfetto stile medievale, e dopo aver combattuto con spade di legno vendute negli innumerevoli e nauseanti negozi di souvenir, esplorato vicoli magici e tentato di far processare Luigi per metterlo al rogo, siamo entrati nell'abbazia: caratteristica peculiare dell'abbazia é il poter conservare cibi, date le sue temperature artiche; dopo aver superato persone ibernate (ed essere passati per una stanza teoricamente vuota ma riempita da souvenir del luogo), siamo finalmente giunti, fra uno spiffero e l'altro, nel punto più alto, dove abbiamo ammirato il panorama mozzafiato.

Spiraglio di speranza: sole. In realtà avevamo seriamente pensato di andarcene prima, dato che Carlo L non aveva più le mani, Carlo D era in estasi mistica, Donato sfumacchiava sulla cima dell'abbazia e Luigi saltellava meno del solito poiché la sua polvere di Fata era finita.
Questa occasione non potevamo perderla: per il nuvolo e la nebbia pensavamo di non poter ammirare al meglio le "furiose avanzate delle onde, quasi fossero cavalli al galoppo".



Good bye Normandy!





venerdì 29 marzo 2013

Giorno 3

L'addicted di internet Carlo L, autistico in presenza di un wifi, ha fatto incominciare il 29/03 nel migliore dei modi. Parlava su Skype alle 2.15 di notte e nel monolocale 2x3 metri non si dormiva. Terminata la chiamata, Carlo D. ci ha allietati con le sue sinfonie neomelodiche. Insomma, tutto rientrava nella normalità.

Suona la sveglia. Come tutte le brave giovani marmotte, appena sentita la sveglia... l'abbiamo posticipata e ci siamo rimessi a dormire -tranne Luigi, ovviamente, poiché non ha sentito neanche la seconda-.
Bellamente in ritardo, una volta svegli, freschi di sonno riposante, abbiamo voluto vedere i palazzi a schiera di Honfleur di mattina: li avevamo notati la sera prima ma, per i loro meravigliosi colori sgargianti, avevamo deciso di vederli alla luce del sole che in Normandia, puntualmente, non c'è mai. E difatti, nella penombra del nostro nuvolone di Fantozzi, cerchiamo al freddo un posto per prendere un caffè.

Tralasciando il fatto che in Normandia non è nemmeno facile trovare posti per bere caffè, partiamo alla volta della Normandy American Cemetery and Memorial.

Momento serietà.
Si, può sembrare strano, ma con noi c'è anche la serietà: verso le spiagge del D-Day, ove è ambientato il film Salvate il Soldato Ryan, abbiamo cupamente assistito ad un tetro ma toccante scenario, coronato dalla ventosa e scura giornata: le spiagge ove ebbe luogo lo sbarco in Normandia, con monumenti ed epitaffi che siglavano il cruento passo storico, ed in più il maestoso cimitero dato ad uso perpetuo dalla Francia all'America... Ma una domanda che ci assillava alla fine del culturale e profondo cammino fra lapidi dei valorosi soldati, era: "ma che cazzo di fine ha fatto il soldato Ryan??"

Uscendo dal Memorial approdiamo alla vicina Omaha Beach, nella quale, dalla lunga spiaggia, si ergeva imponente un maestoso monumento ai caduti.

Poco dopo ci siamo allegramente diretti al Pointe du Hoc: li 225 (power) rangers americani scalarono 30 metri di montagne per dare il benservito ai tedeschi, piazzati nei bunker. In questo posto, tra l'altro, c'erano millemila crateri causati da bombe/cannonate durante la guerra, mai coperti per permettere a noi giovani fanciulli odierni di capire che il mondo non è come Call of Duty, ma la guerra c'è stata davvero.

Ultima tappa è stata Arromanches: dopo aver notato il porto per i rifornimenti militari, abbiamo esaurito la riserva serietà e abbiamo iniziato a vedere dal finestrino della macchina cani con padroni che ci passeggiavano accanto: compreso che stavamo valicando le storiche spiagge sabbiose della guerra con la macchina, lasciando solchi che non si abbinavano proprio perfettamente con l'ambiente, abbiamo capito che, sulla spiaggia, con la macchina, non si può andare! Testa bassa, siamo tornati sull'asfalto con sguardi penetranti addosso e tanta, tanta sabbia!

La giornata era stata vissuta intensamente ed eravamo anche un po' provati perché, alle lezioni di Storia al Liceo, vediamo questi eventi come robe da studiare, non da capire: e viverli fa comprendere quanto si sia fortunati, al giorno d'oggi. In ogni caso, nonostante tutto, abbiamo tirato fuori l'ultima goccia di energia per vedere... un tappeto. Ok, abbiamo riso anche noi all'inizio, ma in realtà questo "tappeto" è famosissimo: custodito in un museo di Bayeux, patrimonio dell'Unesco, l'arazzo di Bayeux è lungo sessantotto metri ed è stato fatto a mano! I due Carli hanno avuto l'onore di camminare per tutti questi 68 metri. Luigi e Donato, pigri, sono rimasti fuori al freddo e al gelo: a quanto pare sono allergici agli arazzi!


Domani ci aspetta la perla di tutta la Normandia: Mont Saint Michel.

Au revoir!










giovedì 28 marzo 2013

Giorno 2

Scogliera di Etretat
Inaspettatamente alla marimba dell'iPhone di Carlo L. abbiamo risposto tutti "presente" molto velocemente. Quasi tutti, sì, perché il nostro Napster Luigi si è svegliato solo sotto minaccia di morte.

La notte è stata passata nella ridente Connelles, un posto immerso nel nulla più totale: una decina di case a schiera molto belle esteticamente che si affacciano su un grande canale dall'area mistica e rilassante. Abbiamo passato una notte nel lusso - l'appartamento era molto carino anche all'interno e soprattutto fornito di tutto - per 10€ a testa. Che occhio al risparmio: tutto grazie a Carlo L che, affezionato cliente di booking.com, ha sconti anche in Alaska.

Il giorno 2 è iniziato con pain au chocolat in una boulangerie fuori città nella zona di Côte des Deux Amants poi dritti a Rouen.
Rouen, che figa! Il centro storico della città si gira in poco meno di una mattinata ma ha molto da offrire: abbiamo seguito l'itinerario a piedi degli amici della lonely planet e tra chiese gotiche e palazzi in legno e pietra, in pieno clima medievale si scorge... un Délirium café. Angelica visione di un elefantino rosa per gli Italian Yeser che coi ricordi volano al Délirium café di Bruxelles (ma parleremo dei nostri ricordi offuscati dalla Delirium prossimamente).

Tappa obbligata al Mc Donald -non per golosità ma perché dove c'è Mc c'è wifi-. Ma non c'è più tempo per la tecnologia, dritti all' Église Jeanne d'arc dove, emozionati dal ripercorrere la storia di Giovanna d'Arco, ci rendiamo conto che il grattino della macchina è quasi scaduto: grazie Giovanna d'arco ma dobbiamo proprio andare. Coldplay, Daft Punk e Alan Sorrenti in macchina verso Étretat. Ecco, Étretat!

Una scogliera bianca, 4 amici, una telecamera. Parliamone: falesie giganti a strapiombo sull'oceano, ciottoli e grotte dalle quali ammirare il tramonto con l'ansia che a momenti si alzasse la marea. Ma si sa come siamo fatti: perché col rischio marea alta abbiamo deciso di infiltrarci in grotte, bunker degli sbarchi in Normandia e passaggi segreti.

La telecamera? L'ansia peggiore è stata la notizia che la telecamera si era rotta, finché il nostro tecnico non l'ha aggiustata, speriamo bene. Questione di imprevisti. Il vento soffia ormai fortissimo e il benedetto grattino è scaduto da 20 minuti, decidiamo di rientrare. Appaiono però due di quelle quattordicenni fighissime che ne dimostrano 35. Parte la scommessa: riuscirò a farmi baciare da loro? L'esito lo scoprirete nel video di chiusura che verrà pubblicato qui.
Si riparte, direzione Honfleur dove passeremo la notte. Serata a Douville.

Domani ci attende una giornata lunghissima: per prepararci, e così diamo uno spunto, stasera ci vediamo sull'ipad "Salvate il Soldato Ryan"!

Carlo D.








mercoledì 27 marzo 2013

Giorno 1

La sera prima di un viaggio sono sempre un po' agitato, ormai è una consuetudine. Non so bene il perché, forse perché ho paura di perdere l'aereo o il treno oppure per paura di dimenticarmi qualcosa.. non lo so bene ma è decisamente una costante dei miei viaggi. E all'agitazione, ovvia conseguenza, è il non riuscire a dormire.
Ma stavolta è diverso, sono eccitato! E, soprattutto, per niente agitato... sarà il fatto di aver preso più sicurezza da quando vivo da solo, non lo so davvero, ma mi sento pronto! Si può partire!

Ore 07:30, suona la sveglia; è impossibile posticiparla come farei qualunque altro giorno della settimana... una colazione veloce, una doccia e pronti... via! Bus che mi porta a la Gare in 30 min. C'è traffico, la gente va a lavorare, all'università, e io col mio zaino me ne vado a prendere un bel Treno per Parigi dove incontrerò i compagni di viaggio. Arrivo alla stazione in perfetto orario... mi piacciono le grandi stazioni perché tutti corrono senza guardarsi in faccia, pronti a prendere il loro treno, a seguire la propria strada. Forse la vita a volte è un po' come le stazioni: se non corriamo per la nostra strada e ci fermiamo ad aspettare gli altri rischiamo di perdere il nostro treno, quello che passa solo una volta. 

Départures

09:18 il treno è in orario, è un TGV (Train à Grand Vitesse - treni ad alta velocità per intenderci / per consultare gli orari e i prezzi www.tgv-europe.com). Il tempo di trovare la carrozza giusta e siamo già in viaggio. Questi treni viaggiano fino a 320km/h e sono collegati con mezza Europa, in 3h17 mi porta da Bordeaux a Parigi -è davvero comodo-, e i prezzi sono davvero accessibili per gli studenti, il consiglio è quello di prenotare con largo anticipo e richiedere anche la tariffa per studenti. Con questa combinazione con 40€ posso andare e tornare dalla capitale francese!

Mi piace molto viaggiare in treno, lo trovo molto poetico, c'è silenzio, tutti con i loro iPod e i loro libri immersi in svariate letture, e fra una pagina e l'altra la possibilità di alzare lo sguardo per ammirare le campagne francesi.
È durante il viaggio in treno che si presenta il primo imprevisto di questa settimana. Si l'imprevisto , perché qualunque sia il livello di preparazione del vostro viaggio ci saranno sempre degli imprevisti, ma anzi questo aspetto non è assolutamente da disprezzare, molto probabilmente le prime cose che si ricordano quando si racconta di un viaggio sono proprio gli imprevisti, come quella volta che lasciammo la luce del cruscotto della macchina accesa, in Islanda, e si scaricò completamente la batteria, o quella volta che provammo a soccorrere dei tedeschi impantanati sul vulcano... ma lasciamo stare, avremo modo di raccontarvi questi momenti quando vi parleremo dell'Islanda!

Torniamo al nostro primo imprevisto: squilla il telefono a rompere il silenzio, è Carlo D. che intanto era già atterrato all'aeroporto di Parigi Beauvais con Luigi.. due erano le possibili cose che poteva dirmi: la prima il tipo di macchina che ci era stata affittata; la seconda che c'era un problema. Che macchina avevamo avuto? Si perché è un'incognita! Quando prenoti online si prenota una certa categoria di macchina, non sempre corrisponde al modello che c'è su internet. (Per i migliori prezzi consulta www.enoleggioauto.com un sito che confronta tutte le compagnie di noleggio per offrirti il più grande risparmio).
Però conoscendo il nostro livello di "taccagnaggine" non avrebbe mai speso una lira al telefono per dirmi della macchina, quindi poteva chiamarmi solo per darmi una brutta notizia! Difatti il tono di voce non ha assolutamente smentito la mia intuizione! "Non ci danno la macchina" ebbene si per noleggiare un auto bisogna avere una carta di credito, che Luigi aveva, e tutto bene fin qui; ma non avevo messo in conto che su questa carta di credito ci deve essere un disponibilità di molti € che noi tirchi naturalmente non abbiamo! Chiudo in attesa di nuove notizie, intanto bisogna pensare ad un'idea alternativa: mi viene in mente soltanto il treno. Come unica soluzione non è assolutamente malvagia, ma purtroppo non ti permette di esplorare il territorio in maniera indipendente! Come non detto: squilla di nuovo il telefono, di nuovo lui, non può darmi ancora brutte notizie infatti è così: "Alfa Romeo Giulietta".
Meno male!

Questo viaggio sembra prendere sempre più la strada per far si che qualcuno ci faccia la fatidica domanda... ITALIAN?



Carlo L.





domenica 24 marzo 2013

Ricapitoliamo un po' la situazione...

Ci siamo... come ogni Viaggio, quelli con la V maiuscola, la parte più importante inizia con i preparativi! 
 
Siamo quasi pronti, mancano 3 giorni alla partenza e vediamo diricapitolare un pò la situazione:
  1. Guida Lonely Planet “Bretagna e Normandia”, fedelissima compagna di tutti i nostri viaggi.  
    Ogni guida Lonely Planet, la stragrande maggior parte della volte, è in grado di offrirti consigli utilissimi sui percorsi da intraprendere, consiglia qualche angolo dimenticato dai più, nascosto, in grado di trasmetterti sempre più emozioni del normale! Anche in Islanda e Belgio abbiamo optato per questa guida e per averla riproposta vuol dire che non ci ha delusi. Prezzo 20€ (spesi bene), da dividere in quattro persone, ovviamente.

  2. La valigia è ancora vuota, per chi parte in aereo con le compagnie lowcost (Ryanair per Carlo D., Luigi e Donato) si deve tener conto dei limiti di peso. 10kg per il bagaglio a mano. 
    Starete pensando "si ma che ci metti in un bagaglio a mano con solo 10kg??" Bè la risposta non è poi così scontata! Per risparmiare, cosa che non fa mai male, basta inserire lo stretto necessario per sopravvivere.
    (magari un’altra volta facciamo un post per come fare una valigia con soli 10kg)

    Poi invece ci sono io che parto in treno e posso portarmi quello che voglio, mica male! Se avete in mente di spostarvi molto ideale è uno zaino, magari uno di quelli che vende Decatlon, economici e soprattutto pratici.

  3. Infine, la bandiera! Che viaggio sarebbe mai senza il tricolore da sbandierare qua e la ?!?

Sì,ci siamo quasi, è tutto pronto, abbiamo deciso di aggiornare il Bloggiorno per giorno con aggiornamenti dal Nord della Francia..non viresta che seguirci! 

(nel menù a tendina sulla destra c'è il pulsante "Subscribe", per chiunque voglia avere aggiornamenti in diretta, è l'ultimo della lista) 

CarloL.

P.s.la valigia è ancora vuota perché ho una montagna di roba da portarea la Lavanderia automatica, devo solo alzarmi e poi è fatta !